piccolezze da ammettere

Dovrei chiedere scusa a un amico e a me stessa per aver avuto un atteggiamento non solo poco gentile bensì ingiusto e profondamente scorretto. Inutile cercare ragioni che attenuino il senso di inadeguatezza per una piccolezza commessa a torto e che, a ben pensare, mi colloca fra i carnefici. 

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Nonostante l’obiettività non riesco, tuttavia, a fare alcun passo verso la mia vittima.


Siamo buffi nelle nostre piccolezze. Ammettiamolo e senza pudori, per favore.

Tutti.

Non bisogna avere alcuna terrifica malattia o disabilità, non occorre incarnare un qualunque fantasma del secolo o vivere sopra le righe o ai margini per notare e subire i poco gentili atteggiamenti e le piccolezze elargite dagli altri.

Alcune arrivano a tradimento, splendenti nel loro esser inattese, lasciandoci quindi attoniti a navigare in un senso di allibita solitudine simile alla bonaccia. Capita, infatti, che tali piccolezze siano donate avvolte da una malcelata distrazione o che le presentino sfavillanti in un mantello di sfacciataggine. E noi restiamo lì, immobili eppur decisamente arrabbiati. Semplicemente attoniti.

Capita che si debba ammettere che noi stessi si sia elargitori di piccolezze donando e impacchettando le medesime superficialità che tanto ci turbano. E capita di dover ammettere che non si hanno ragionevoli motivi per perseverare in un atteggiamento sgradevole per chi lo subisce e per noi stessi. Capita, e dobbiamo ammettere il nostro torto.

Mi riferisco a quegli atteggiamenti superficiali come un saluto mancato, un appuntamento disatteso, un vacuo braccio di ferro dettato dall’orgoglio, una telefonata rimandata per troppo tempo, una porta non tenuta aperta. Beninteso sto mettendo sullo stesso piano minime scortesie e medie inciviltà, qualche tradimento superficiale e piccole aspettative frodate.

Resta male chi le subisce e, ammettiamolo, anche chi le fa.

Devo ammettere che sto perseverando con arroganza, sfrontatezza e villania in un atteggiamento utile forse per esorcizzare una o più inconsapevole ed egoistica paura. Null’altro di conveniente né per me né per il mio amico.

In passato mi sono accorta troppo tardi degli errori commessi, mi sono tardivamente resa conto di essermi a torto sentita vittima quando in realtà sono stata carnefice. Dobbiamo ammettere che si è tutti convinti che il proprio mondo, il proprio orticello, è più importante di quello altrui. Si è convinti che la nostra sia una sensibilità superiore a quella dell’amico, dell’amante, del conoscente, dell’estraneo. L’arroganza ci accompagna e conduce la nostra ottusa presa di posizione.

Uno dei doni del cancro è la lucidità mentale e, nonostante le terapie rallentino i riflessi, si raggiunge l’obiettività in tempi molto brevi.

Dopo Lo Schiaffo e durante il calvario che ti tocca vivere, qualunque avvenimento cambia luce e, a volte, non si tinge di rosa. Anzi. Si diventa più schietti, franchi, genuini.

Lo scorso inverno oltre ad attraversare il tunnel in cui ti proietta l’Alieno, ho assistito a scene di non comune fantasia: c’è chi mi ha telefonato per recitare un mea culpa su mancanze avute nei miei confronti anche di venti anni fa; ex fidanzati magari un po’ violenti che mi hanno lasciata e ora pronti a giurare l’eccezionalità della mia persona e amore eterno nonostante io li abbia dimenticati da moltissimo tempo; amiche e amici che si fan vivi usando tutti gli strumenti possibili e spendendo byte e byte in mezze parole invece di proporre un fine settimana insieme da qualche parte; conoscenti che han cercato di portarmi in chiesa per una messa in mio onore, non sapendo che sono atea, che la domenica preferisco andare per mercatini e che non sono ancora morta; amici che han speso ore al telefono per convincermi dell’esistenza degli angeli custodi e che tutto in realtà ha un senso perché il mio destino è quello di donare amore all’umanità; mi han spedito testi sulla vita di guru buddisti di cui sicuramente incontrerò la reincarnazione grazie al cancro; e così via, tranne un normalissimo “andiamo a mangiare una pizza”.

Ora, scrivendo, ho compreso. Non faccio alcun passo verso la mia vittima perché desidero la normalità e in questo caso normale sarebbe litigare apertamente urlando il proprio dissenso; io l’ho fatto, il mio amico no.

Normalità è ammettere le proprie piccolezze ed esser anche carnefici in nome della propria normalità. La normalità ha un valore che non può esser tradito soprattutto quando nulla è più normale. Normalità non è giocare a fare i clementi a tutti i costi.

29 commenti Aggiungi il tuo

  1. Carlo Galli ha detto:

    Sempre splendidi i tuoi post

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Ciao Charles! 😀
      Grazie, stella. Questo è più che altro un ritaglio di riflessione per comprendere me stessa cercando il capo di una situazione che non mi piace e di cui sono fautrice.
      …ho dovuto ammettere la mia umanità, piccola umanità 😉 ma sempre di umanità si parla, giusto?
      Tu stai bene?

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      1. Carlo Galli ha detto:

        Sì, proprio per questo lo ho sentito e apprezzato molto 🙂
        Sì ii tutti bene … e tu?
        🙂

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        1. ninjalaspia ha detto:

          tutto ok. E’ strano, sai? La sensazione che in poco meno di 10 mesi tutto sia cambiato è fortissima e un po’ destabilizzante ma gli amici aiutano e tanto a far sentire che la normalità è dietro l’angolo.
          Passerà anche questa sensazione, Charles. 😉

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  2. giacani ha detto:

    Ammettere le proprie piccolezze…e ti par poco! Mi ha fatto tornare in mente quando da piccolo mia madre mi beccava con le dita nel naso!

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    1. ninjalaspia ha detto:

      e tu ammettevi che le avevi nel naso o perseguivi a negare l’evidenza?
      Scommetto che perseguivi nella ricerca di un celato tesoro nella caverna…
      😉 😀 😀

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      1. giacani ha detto:

        Negare, negare sempre e comunque! 😉

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  3. CrazyAlice ha detto:

    Ma come fai a tirar fuori nodi della mente tanto complicati? Inutile ammettere che in ognuna delle tue parole mi son trovata riflessa, vittima e carnefice di volta in volta, talvolta contemporaneamente…nel tempo della lettura delle tue parole è passato nella mia mente un excursus di svariati episodi passati e presenti e leggendo mi rendevo conto di quanto le tue parole siano reali, crudamente giuste e necessarie anche in questo momento della mia vita…
    Di solito per una riflessione del genere sui miei comportamenti mi ci vuole almeno un’ora intera dalla psicoterapeuta…direi che sei decisamente più efficace!!!!
    Ti abbraccio forte!

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Ciao Crazy!
      Siamo tutti vittime e carnefici. Difficile è ammettere i sentimenti considerati meno positivi o che non suscitino approvazione e/o compassione negli altri. Noi e le nostre azioni siamo il frutto di sentimenti positivi e, soprattutto, negativi. Perseguire nel sostenere che si è solo vittime, quindi nel giusto, sarebbe un atto ipocrita verso noi stessi… difficile ammettere ma necessario per mantenere un umanissimo equilibrio 😉
      Leggere le tue parole mi riempie il cuore, Amica mia. Un grande abbraccio a te ❤

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      1. CrazyAlice ha detto:

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  4. Bea-naked-soul. ha detto:

    L’ha ribloggato su Be a naked soul.

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Grazie! 😉

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  5. vagoneidiota ha detto:

    Un articolo che reca coraggio e tanta maturità.
    Mentre ti leggevo, intendevo il sole entrare attraverso il finestrino di questo treno.
    Se puoi e se c’è, affacciati. Perché è la cosa più normale e bella che possa esserci.
    Grazie per le tue semplici parole capaci di scuotere la mia e qualsiasi altra coscienza.
    Jazzanova feat. Clara hill – no use

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Parole e brano fantastici…
      http://grooveshark.com/s/No+Use+feat+Clara+Hill/2NZPls?src=5

      Hey, grazie a te per esserci e per l’empatia. Tanto bacio 😉

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  6. ludmillarte ha detto:

    oltre alle parole ci vogliono i fatti. ognuno pensa a modo proprio cosa potrebbe far piacere all’altro e lo traduce in parole, talvolta anche belle, nascondendosi dietro ad esse per l’eventuale imbarazzo dell’incontro. in ogni caso, se potessi mettere a questo post millemila like + 1, lo farei; come anche se ci conoscessimo e fossimo amiche, quell’imbarazzo l’avrei mandato a spigolare ma qui, anche le mie, sono solo parole.
    Ludmilla

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Ciao Ludmilla,
      grazie per le parole che, pur essendo tali, in questo caso hanno un gran valore.
      Ci vogliono i fatti, hai ragione, e in questo caso dovrei creare i fatti per guardare nuovamente negli occhi il mio amico e risolvere questa situazione ma non ce la faccio. Da qui la mia piccolezza…
      Il problema è mio e non suo. Vedremo che farò, per ora ho ancora bisogno di riflettere.
      Un grande abbraccio, preziosa Ludmilla 😉

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      1. ludmillarte ha detto:

        anch’io mi dico che “il problema” è il mio, me lo dico da sempre, ma in realtà non è solo mio e sono anche piuttosto stanca di pensarla così. prendere tempo è senz’altro utile per entrambe le parti. grazie a te, contraccambio l’abbraccio grande

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        1. ninjalaspia ha detto:

          …prezioso averti incontrata, un grande regalo 😉

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  7. Crazy Cruises ha detto:

    Mi ci ritrovo in quasi tutto mannaggia…mi hai “spalancato” un portone che a volte è bene tener chiuso..almeno nel mio caso. Sempre incisiva..è bello leggerti 🙂

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Ciao!
      Grazie, stella. Siamo tutti uguali, l’importante è ammettere che siamo anche di sostanza non proprio positiva. E’ un atto difficile ammettere i propri limiti e piccolezze ma quando il portone viene aperto l’anima si rasserena accettando l’umano è in noi quindi facendoci trovare la strada migliore…ci vuole tempo, tanto tempo e tanto sforzo 😉
      Per ora un grande abbraccio a te ❤

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      1. Crazy Cruises ha detto:

        Mmmm ultimamente sta porta della coscienza aperta quasi quasi da fastidio..errori tanti ma tanti limiti tanti ma tanti.. ci vuol tempo hai ragione.Prima o poi ..la strada migliore mi farà un cenno o mi ci manderà di brutto ; p
        Un abbraccio a te 🙂

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  8. 65luna ha detto:

    Sto vivendo qualcosa di simile e piu’ cerco di spiegarmi piu’ creo insoddisfazione in me stessa, ammetto ma sembra cio’ non sia apprezzato…Abbraccio,65Luna

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Ciao ragazza!
      Credo che la cosa più importante sia l’onestà con se stessi. Il rischio è di non condividere se stessi e il trucco è, credo, accettare la propria “umanità”. Il carnefice sa di esserlo e il mondo sa che tutti si è sia vittime sia aguzzini. L’apprezzamento altrui non mi interessa, ipocrita chi non accetta l’onestà e la genuinità di chi ammette i propri limiti mostrando anche l’incapacità a superare i propri limiti.
      Un grande abbraccio a te 😉

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      1. 65luna ha detto:

        Verissime e toccanti le tue parole…Bacio & Abbraccio! 65Luna

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  9. evergreen ha detto:

    Questi sono errori che commettiamo un pò tutti. E’ impossibile non sbagliare, e vivere avendo paura di sbagliare è assurdo. Certo dobbiamo cercare di evitare gli errori, non lasciarci andare pensando che siamo umani e quindi possiamo “sbagliare tranquillamente”. Però non dobbiamo colpevolizzarci più di tanto. Sono piccolezze, mica reati. E una che soffre come te, è anche più normale che si reagisca in questo modo. “Perdònati”. Non essere così troppo “umile”.

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Non riuscivo a comprendere il motivo per cui non riesco a fare un passo verso il mio amico e mi sono sentita ingiusta nel perseverare in un atteggiamento superficiale. Scrivendo ho compreso e ammettere che per ora ho un limite mi sembra onesto.
      Più che di perdonarsi parlerei di accettarsi…senza eccedere, però, si rischierebbe di usare la propria “umanità” come alibi, hai ragionassimo 😉
      Un grande abbraccio a te 🙂

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  10. ilmiokiver ha detto:

    Anche quando litigo lo faccio musicalmente. Difficilmente urlo. Mi chiedo sempre come mai sia successo. La rottura è una crasi, una interruzione musicale. Io la sento così. E provo a non interromperla e a continuare ad improvvisarci sopra.. In genere resto in silenzio e lascio crescere una nuova musica dentro me o aspetto finché non si rimette in moto. Come Nash che cercava relazioni matematiche nel caos dell’universo e della sua mente, così cerco la musica in ogni cosa. Anche dove, capita, non c’è.

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Si tratta di Vita e hai ragione: cercare la musica in ogni piega dell’animo, in ogni sentimento perché tutto è Vita. 😉
      Bellissimo!
      Kiss

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