quel rustico, villereccio chioschetto

Asfalto. Pressato, scuro, liscio, sembra ti accompagni, con fare fosco, a rendere i passi sempre più grevi.

Estate in città.

Il tessuto leggero della gonna si gonfia di un poco e ridi del moto innaturale dell’aria che, con il suo provenire dal basso, solletica le gambe.  Aria calda, umida a risalir il corpo e ti vergogni un po’ dei tuoi piccoli piedi così tondi e stanchi, sorridi con pudore del loro gonfiarsi man mano che si procede per la via.

E’ l’ora del dopocena di chi pranza fra le 19.30 e le 20 che poi domani c’è da fare e si va a letto presto. Ma stasera di dormire non se ne parla, fa troppo caldo. Osservando dalla finestra i lampioni notturni quasi allegri nell’ingannevole gioco con quel gironzolare vorticoso di ali frenetiche, si è deciso di uscire per un’oretta a caccia di frescura.

E finalmente lo vedi quel rustico chioschetto di quartiere. Una promessa di dolce e villereccio intermezzo nell’inerte afa della città. Accanto al grande ombrellone, incongruente riparo per i piccoli tavoli e le disordinate sedie, ecco l’enorme catasta di angurie. Ora la promessa è di sicuro sollievo e di appiccicosa allegria. Pregusti l’enorme fetta di popone in cui affonderai il volto dimentica che sei una signorina di buona famiglia e che hanno tribolato per insegnarti a comportarsi in modo opportuno.

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Rossa, enorme, pesante, succosa, croccante, acquosa, succulenta fetta di anguria. Estate in città.

In ogni slargo di ciascun rione di Porta e Pusterla e nelle ampie piazze dei modernissimi quartieri, c’è un chiosco di poponi e meloni al gelo. Ciascuno con il proprio metodo per renderli freddi al punto giusto. Il gestore, in genere rubicondo e dal sorriso pieno, ti racconta il suo metodo; c’è chi usa “ghiaccio vero” cioè va a prendere circa 250 chili di ghiaccio ogni giorno per le celle ove raffreddare gli enormi frutti e c’è chi rinfresca le angurie in un frigo pieno d’acqua gelata, per far sì che il freddo penetri in profondità. Tutti hanno le angurie migliori della città.

È vero che sono buone queste angurie. Hanno il sapore dolce della campagna mantovana o di quella emiliana e sono enormi, possono pesare anche 90 chili. Più di te.

Nello spazio occupato dal chiosco, così semplice e rustico, dimentichi la città e ti sembra di esser in un paese ove tutti si conoscono e si incontrano a gustare il fresco dei giganteschi frutti. Un breve saluto e quello sguardo di intesa fra persone approdate in un segreto angolo di refrigerio.

Torni a casa con le dita e le guance appiccicose, lo stomaco gonfio di acqua, i piedi oramai afflitti e un gusto tanto dolce nel cuore da farti dimenticare il caldo del cemento.

È un duro lavoro quello dell’ambulante di angurie, dura tre mesi e ti spacchi la schiena giorno e notte. Oggi, nella moderna città dei mercanti e dei commercianti, ne son rimasti forse solo tre di ambulanti delle angurie. Son uomini che proseguono una tradizione famigliare oramai antica e a cui tutti i milanesi, ricchi e poveri, fanno ricorso nelle notti di gran caldo.

Sorrido nel riflettere che, una volta tanto, i meneghini e gli abitanti di Milano, sono tutti uguali al cospetto di una enorme fetta di anguria al gelo.

Milano, 1940 circa

Simpatico brano di quasi quattro minuti “han trovato un milanese a milàn”, da ascoltare mangiando rigorosamente un’allegra fetta di popone.


Nota del 10 giugno 2014

Un grazie all’amico di matita Enrico per la piacevole chiacchiera di oggi e per la condivisione di succosi frutti estivi. Mi piacerebbe scrivesse di freschi ricordi di fanciullo ma mi dice che non può, chissà perché 😉

 

32 commenti Aggiungi il tuo

  1. fimoartandfantasy ha detto:

    Eccoooo mi hai fatto venire voglia di anguria, adesso!!! Che faccio?? 😦
    Buonanotte cara, un soffio!! 🙂

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    1. ninjalaspia ha detto:

      😀
      dài, passo a prenderti e in un’oretta facciamo tutto: ci mangiamo una bella fetta in un chiosco e poi ti riporto a casa 😉
      Buona notte, stella. Tanto kiss 🙂

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  2. enrico r. ha detto:

    leggevo e sentivo quasi il sapore. certo ha ragione fimo, andiamo a letto con la voglia di cocomero. qui la chiamiamo cosi l’anguria

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Buon giorno! Ricordi di un tempo.
      Cocomerai, così si chiamano i venditori di meloni e, appunto, cocomeri. E’ vero. Una tradizione tutta italiana che, purtroppo, a Milano si è smarrita a causa di direttive comunali di sindaci non meneghini. E da qui la canzoncina “han trovato un milanese a milàn”.
      Del resto è proprio l’accoglienza del “diverso da te” che ha fatto di Milano la città che è. Mi dispiace solo che la città sia sempre più dimentica delle proprie tradizioni, fra cui quel dolce sapore notturno di anguria.
      Buona giornata, stella 😉

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      1. enrico r. ha detto:

        e non solo a Milano mia cara. sai che mi hai fatto fare un tuffo nel passato? Ricordo infatti che da bambino in estate nella mia Forte dei Marmi passava il venditore di cocomeri. Tutti su un carretto trasportato a mano. Ma erano tondi tondi di color verde scuro (sono anni che non ne vedo piu). Faceva un tassello e se era dolce lo acquistavi. Bei tempi.

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        1. ninjalaspia ha detto:

          Poponi! Erano Poponi! E che buoni! 😀
          Mi fa piacere aver sollecitato un bel ricordo, sono preziosi soprattutto se riguardano mestieri, persone, situazioni e abitudini in “disuso”.
          Scrivine un post, sento la giusta poesia nelle tue parole 😉

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          1. enrico r. ha detto:

            ti ringrazio per il tuo apprezzamento e l’incitamento. Non sai quanto mi piacerebbe scrivere, solo se ne avessi le possibilità. Comunque sai che ogni regione usa parole diverse. Noi qui chiamiamo cocomero l’anguria mentre il “popone” sarebbe il melone, quello che, e mi hai fatto venir voglia, si mangia in abbinamento con il buon prosciutto.

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            1. ninjalaspia ha detto:

              😀 ho visto ora il tuo inatteso post di oggi.
              Grazie! Mi fa tanto piacere si sia condiviso un ricordo che, nonostante i termini differenti, ci fa sorridere degli stessi sentimenti 🙂
              Bello!

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  3. tramedipensieri ha detto:

    Ricordo di esser rimasta sorpresa di vedere un chiosco che serviva anguria ai tavoli in quel di Modena…non ne avevo mai visti prima…

    Un bellissima iniziativa!

    buona giornata
    .marta

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Una tradizione che fa parte oramai dei ricordi. Purtroppo a Milano ne restano solo tre o quattro.

      Buona giornata a te, bella Marta. Tanto kiss 😉

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  4. Fabio ha detto:

    Vado al chiosco di P.le Brescia, non è proprio rustico ma è in una buona posizione, buttato li su un marciapiede tra i giardini e la strada.
    Ananas e anguria
    Have a nice day

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Sai che ne sono rimasti solo 3 di venditori di anguria?
      Una sera ci andiamo 😉 …rarità dolce e prelibata 😀

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  5. Topper ha detto:

    E’ un pezzo di estate in città quello che ho immaginato leggendoti. E ho anche un vero chioschetto nella testa che mi è tornato in mente. Eppure l’anguria non mi fa impazzire…

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    1. ninjalaspia ha detto:

      😉
      Mi fa piacere aver sollecitato il ricordo di un chiosco e aver trasmesso il sollievo che si prova nel rifugiarsi sotto l’incongruente ombrellone nelle notti di torrido asfalto.
      Però per l’anguria, Topper, bisogna rimediare. Se per caso passassi per la piana e la Milàn dei meneghini nei prossimi mesi estivi fammelo sapere che ti indico dove trovare gli ultimi tre superstiti di questa poetica tradizione. Son certa che cambieresti idea 🙂

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      1. Topper ha detto:

        Pensa, sarò da quelle parti il primo weekend di luglio per il compleanno di un amico!

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        1. ninjalaspia ha detto:

          Ma dài!
          Alura t’el chi l’indirizzo! 😉
          http://vivimilano.corriere.it/locali/itinerari/chioschi-angurie_2222482221872.shtml

          Sono del 2013 ma girando e girando magari sono ancora lì 😉
          Fammi sapere!

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          1. Topper ha detto:

            Ahah, grazie. Ma c’è tempo, ne parleremo sicuramente meglio!

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            1. ninjalaspia ha detto:

              Son qui, pronta a far da Cicerone per stupire il tuo amico inchiodato anche lui in queste vie arroventate 😉

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              1. Topper ha detto:

                Vedrò di sfruttare questo Cicerone…

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  6. steinbruno ha detto:

    Notevole. Proprio stasera ho mangiato la prima fetta di anguria della stagione. Era un’anguria di quelle piccole. Una boccia, niente di più. Ma era dolce. Molto dolce.
    🙂

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    1. ninjalaspia ha detto:

      Ciao! 🙂
      Mi fa piacere si condividano li stessi gusti. Giusto ieri ho terminato un’angurietta così di moda nei grandi supermarket di oggi. Buonissima ma mi è venuta nostalgia di quelle grandi, succose e appiccicose fette di mega popone di una volta…
      Amici mi han promesso che mi porteranno comunque a far un notturno banchetto in un reduce ambulante di angurie al gelo 😉

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      1. steinbruno ha detto:

        L’ho comprata stasera al supermarket. Veramente volevo comprare solo le mele, ma poi ho visto le angurie, quelle grandi e mi sembravano troppo, troppo grandi. Mi sono buttato sui meloni e accanto c’erano quelle mignon.
        “Uhm, piccole ma buone”, mi sono detto e l’ho messa nel carrello.
        P.S.: alle volte a fare la spesa parlo da solo a voce alta. Qualcuno si allontana, alti sorridono…
        😉

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        1. ninjalaspia ha detto:

          😀 😀
          capisco l’imbarazzo ma devo dire che quelli che sorridono alle mezze frasi fra le corsie dei supermarket sono poi gli stessi con cui si fanno belle chiacchiere in coda alla cassa 🙂

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          1. steinbruno ha detto:

            Sì, è vero. Anche se io tendo sempre a tormentare le cassiere, chiedendo sconti immaginari e lamentandomi del conto…
            E poi quel vizio maledetto: vogliono sempre che paghi prima di andartene, mai una volta che ti dicano: “Lei è proprio simpatico. Vada pure senza piagare!”. Mai.

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            1. ninjalaspia ha detto:

              😀 😀 😀
              Mondo crudele e casere maligne! 😀

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              1. steinbruno ha detto:

                🙂
                Da piccolo, mi ricordo che mangiavano le angurie rotonde, tutte verdi eccetto un cerchietto che era giallo. Quelle per me erano le angurie. Quei transatlantici ovoidali di oggi mi sembrano così strani…

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                1. ninjalaspia ha detto:

                  Ma quelli verdi scuri non erano poponi?

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                  1. steinbruno ha detto:

                    Noi le chiamavamo angurie. Erano tutte angurie, per noi. Non andavamo tanto per il sottile. Mi ricordo che abitavo in piazza, una piazza di paese, e in mezzo alla piazza c’era una fontana che usavamo per tenere al fresco i… poponi…

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                    1. ninjalaspia ha detto:

                      Bellissimo! Perché non scrivi un post su quella piazza e quella fontana?

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  7. steinbruno ha detto:

    Sì, è una bell’idea. Sai, era da tanto che non pensavo alla piazza e alla fontana. Era un posto magico agli occhi di un bambinio. Ora è zeppa di auto e pare un parcheggio. Noi giocavamo d’estate fino a notte fonda e ci tiravamo l’acqua della fontana. Ci facevo galleggiare le barchette…

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    1. ninjalaspia ha detto:

      …attendo il post allora! 🙂

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      1. steinbruno ha detto:

        Promesso 🙂

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